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 769 - L’AMBASCIATORE BENASSI SALUTA LA COLLETTIVITÀ ITALIANA DI TUNISIA

L’Ambasciatore Benassi

Gentile Direttore,

approfitto con riconoscenza della tradizionale ospitalità accordatami del Suo giornale per salutare, al momento della mia partenza, la Comunità italiana residente in Tunisia.  Lo faccio con emozione, resa più viva dal ricordo di Suo Padre che di questa collettività è stato a lungo voce e testimonianza.

 In questi ultimi tre anni e mezzo abbiamo assistito alla parabola conclusiva dell’ultravennale regime di Ben Ali; all’avvio della cosiddetta « primavera araba », qui partita a cavallo tra il 2010 e il 2011 per poi diffondersi in buona parte della regione; al successivo e convulso periodo post-rivoluzionario; infine, dopo le elezioni costituenti dell’ottobre 2011, all’attuale congiuntura all’interno della fase transizione alla democrazia. La nostra comunità ha vissuto tutto questo con quel senso di moderazione e compostezza che l’ha sempre contraddistinta, ma anche con simpatia verso le istanze portate avanti dalla gioventù tunisina che hanno via via suscitato il sostegno dell’intera popolazione.

Già prima della rivoluzione in alcune visite politiche era stato evocato con le Autorità tunisine la questione del rispetto dei diritti umani. Fin dai primi giorni successivi al 14 gennaio 2011, quindi, l’Italia non ha fatto mancare il suo convinto sostegno al processo di transizione che allora cominciava e ne ha accompagnato fino ad oggi il percorso con un intenso dialogo politico. Testimoni ne sono stati i numerosi scambi di visite a livello governativo intervenuti da allora: su tutte, la visita a Tunisi del Presidente della Repubblica Napolitano del 16-17 maggio 2012 e quella a Roma del Primo Ministro tunisino pro-tempore Jebali del precedente 15 marzo, che hanno permesso di rafforzare la collaborazione in diversi settori quali il turismo, la salvaguardia dell’Ambiente, la difesa, la sicurezza, la migrazione.

Un dialogo che è destinato a rafforzarsi, sulla base della comune dimensione mediterranea e dei condivisi interessi di sicurezza, consacrati nella Dichiarazione di Partenariato Strategico firmata dai due Ministri degli Esteri nel maggio 2012.

Non sono mancati momenti complessi. Devo ringraziare, ancora una volta, tutto il personale dell’Ambasciata che, nei convulsi giorni seguiti alla caduta del vecchio regime, ha mostrato straordinaria dedizione nella gestione del flusso informativo nei confronti dei connazionali (anche con i circa 80.000 sms inviati in dieci giorni) e nella tutela di coloro che decisero di rimpatriare. Parimenti impegnativi, da un lato più propriamente politico, sono stati i giorni dell’emergenza sbarchi a Lampedusa.

In generale, tuttavia, la genuinità dell’anelito democratico, unita alla grande dignità dei manifestanti ed alla assoluta mancanza di tratti anti-occidentali nella protesta, ha favorito fin da subito quel clima di fiducia di cui le citate visite politiche sono state solo una delle tante espressioni. Ad esse si sono infatti affiancate le numerosi missioni imprenditoriali, che hanno contribuito a consolidare un rapporto di collaborazione economico-commerciale di cui già erano simbolo le circa 700 imprese italiane presenti sul territorio.

Penso ai circa 160 imprenditori venuti a seguito del Ministro dello Sviluppo Romani nel giugno 2011, alla delegazione di 80 imprese di edilizia giunte con l’ANCE nel febbraio 2012, allo straordinario successo dell’ultimo Carrefour des Affaires con 197 imprese italiane registrate, alla qualificata presenza imprenditoriale italiana giunta al seguito del Commissiario europeo Tajani, alla consolidata e tradizionale presenza assicurata dalle nostre ditte al Forum per gli Investimenti e più in generale alle numerossime occasioni di contatto di imprenditori italiani con l’Ufficio commerciale dell’Ambasciata e con il locale Ufficio ICE.

Resta immutato, infine, nonostante la difficile congiuntura economica, il nostro impegno in termini di cooperazione, rafforzato, anzi, dalla recente istituzione di una nuova linea di credito per le piccole e medie imprese tunisine. Un accompagnamento allo sviluppo che conta anche riusciti esempi di cooperazione sanitaria e di interventi a difesa dell’ambiente. La Tunisia, insomma, sa di poter contare sull’Italia.

Questi rapporti politici ed economici, ad ogni modo, non potrebbero essere così proficui se non intervenissero in un proprizio contesto culturale quale quello favorito dalla storica presenza in Tunisia dei nostri connazionali. Alla loro operosità e al loro senso di apertura dobbiamo la simpatia e l’ospitalità con cui vengono sempre accolti qui gli italiani, in un reciproco scambio culturale che arricchisce da secoli entrambi le comunità.

Al suo rafforzamento lavora d’altronde con tenacia il nostro Istituto di Cultura, segnalatosi negli anni per una serie di inziative che hanno smepre raggiunto un grande successo di pubblico. Rivolgo un pensiero affettuoso ai giovani alunni della scuola G.B. Hodierna, perché sappiano anche loro alimentare, mantenendo alto il nome della cultura italiana ma integrandosi nel Paese che ci accoglie, questo importante patrimonio.

Dopo poco meno di quattro anni come Ambasciatore d’Italia in Tunisia, quello che resta è il sentimento profondo di avere avuto il privilegio di rappresentare il proprio Paese in questa terra affascinante abitata da un popolo a noi storicamente amico.

Sono certo che al nuovo Ambasciatore non verrà fatto mancare il medesimo sostegno presso i connazionali di cui ho potuto godere. 

Resta, infine, l’affetto per un Paese che cerca, pur se con qualche scossa, la propria via verso la democrazia.

Un affettuoso saluto e augurio a tutti.

 

 

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