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786 - Visioni mediterranee |
Questioni di identità
Si è svolto a Tunisi, presso l’Hôtel Dar el marsa, il 16 e 17 febbraio, il primo convegno internazionale dell’Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiane (Aislli). |
Dal titolo Visioni mediterranee: itinerari, identità e migrazioni culturali, il convegno è stato organizzato dalla sede Africa dell’Aislli, in collaborazione con il dipartimento d’Italianistica alla Facoltà di Lettere dell’università la Manouba. Gli atti del convegno saranno pubblicati -sostengono gli organizzatori- verso la fine di marzo. (Qui alcuni appunti)
Visioni mediterranee. Come lo indica il titolo, l’incontro si interessa di Mediterraneo. Quello spazio geopolitico e culturale che è sempre stato il luogo dei più vari e ricchi scambi tra i popoli delle due rive: scambi linguistici e letterari, trattati filosofici e scientifici, spedizioni militari e diplomatiche, imprese commerciali e cooperazioni economiche.
Il convegno è stato quindi un’occasione per tornare su tutte queste storie di vite incrociate che tra le due sponde del Mare Nostrum si sono realizzate e nel suo largo hanno viaggiato.
Un viaggio. Grazie alla varietà dei temi affrontati durante il convegno, si è fatto un viaggio tra le città mediterranee. Da tunisi ad Algeri a Genova a Pisa all’Alessandria d’Egitto a Giaffa a Trapani. Una specie di pellegrinaggio che, imitando le circumnavigazioni feniche, ha fatto un salto nei porti del Mediterraneo, nelle chiese e nei cimiteri.
La mediterraneità.Tramite gli interventi dei conferenzieri, professori e ricercatori, si sono esaminate questioni di civilità, linguistica e letteratura e da un salto nel tempo dove si è tornati a scavare nelle origini della mediterraneità, si è arrivati a temi di attualità che pongono nel centro d’interesse l’identità dei popoli mediterranei e le sfide che devono affrontare per una migliore coabitazione. Frontiere da abbattere, ostacoli da varcare, dialoghi da istaurare e ponti da costruire.
Lingua e identità. Essendo un tratto principale nell’identità dei popoli, il convegno ha dedicato un ampio spazio alla lingua. La questione linguistica della Tunisia post-rivoluzionaria e l’identità del suo popolo, le lingue come veicolo tra i popoli, il francese in Algeria che è passato dall’idioma odiato del nemico al simbolo dell’emancipazione, il sabir e la lingua franca sono al cuore del dibattito.
Il Mediterraneo è anche guerra. Scrittori e giornalisti hanno raccontato il Mediterrano e ne hanno riferito cronache e battaglie, guerre e conflitti, paure e speranze. Da Dino Buzzati, a cui non è stato affatto facile essere l’inviato di guerra sulle navi che combattevano nel Mediterraneo, a Francesco Biamonti che al mare dedicava i suoi racconti e romanzi e che in esso non vedeva altro che un lago di lacrime e di sangue, certo il Mare Nostrum è stato tutt’altro che un dolce mare azzurro.
«ma in fondo che mare è? A un’apertura, a una libertà metafisica non corrisponde una realtà geografica: è quasi un lago e le sue rive sono state spesso inseguinate e lo sono anche adesso» Scriveva Biamonti anni fa.
Attuali sono le osservazioni di Biamonti. Il Mediterraneo è oggi da salvare, e insieme ad esso l’identità dei suoi popoli e della loro vita.
Kaouther Rabhi
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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