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Anni 2005/2006 | :: :: :: :: :: :: :: ::
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Prima Pagina
NOSTRI PROBLEMI
ll Premio Nobel per la Pace è stato assegnato a quattro organizzazioni della società civile tunisina: l'Unione Generale Tunisina del Lavoro (UGTT), l'Unione Tunisina del Commercio e dell'Artigianato (UTICA), la Lega Tunisina dei Diritti dell'Uomo (LTDH) e l'Ordine degli avvocati.
Perché questo importante riconoscimento alla Tunisia? In un bacino sud del Mediterraneo scosso da rivoluzioni e controrivoluzioni, da un'instabilità crescente sia securitaria che sociale, da aspirazioni contrarie e contraddittorie, da uno scenario in cui da una parte abbiamo paesi in preda al caos ed altri in cui vi è un ritorno a forme autoritarie di potere, la Tunisia è l'unico dei paesi che hanno vissuto la cosiddetta " primavera araba" che, seppur tra mille difficoltà, non ha abbandonato il modello democratico. Un modello che alla fine del 2013 era fortemente a rischio se non ci fosse stato l'intervento e la mediazione del Quartetto (UGTT, UTICA, LTDH e Ordine degli avvocati) che hanno saputo trovare una soluzione pacifica alla forte crisi politica che stava vivendo il paese. Il Nobel per la Pace vuol quindi premiare l'unico paese che all'indomani delle Rivoluzioni arabe del 2011 sia riuscito a ratificare una Costituzione, a mantenere la sua Assemblea costituente ed a organizzare le elezioni del 2014 attraverso il dialogo nazionale e la ricerca di una base consensuale fondamentale per poter assicurare la transizione democratica. Questa ricerca del consenso a opera del Quartetto ha evitato al paese di cadere nel caos. Al Quartetto premiato, si dovrebbero aggiungere molti attori meno visibili della società civile che certamente hanno avuto un ruolo importante perché la crisi politica non degeneri in guerra civile ma, seppur fragile, la Tunisia è l'unico paese arabo che, tra tante insidie e problemi sociali, ha saputo preservare il suo processo democratico.
I compromessi sono in effetti i limiti e la grandezza del sistema democratico: limite poichè significa necessariamente rinunciare a certi posizionamenti intransigenti per ricercare soluzioni che accontentino un po' tutti e grandezza poiché sostituisce lo scontro violento alla mediazione consensuale. In altri termini, si perde qualcosa ma si guadagna molto e, come ci piace ripetere con Platone, la democrazia è forse il peggiore dei sistemi ma è l'unico che garantisca la libera espressione.
Detto questo, non si può omettere di dire che i problemi sociali permangono in Tunisia e che l'aggravarsi della crisi economica mette ogni giorno alla prova questo processo consensuale virtuoso. La situazione dei giovani è particolarmente inquietante poiché si sentono sempre maggiormente estromessi dalle ricadute positive del dialogo nazionale, oscillando tra radicalizzazione e desiderio di emigrare. La crisi dei vicini libici costituisce un ulteriore fattore di destabilizzazione così come possiamo constatarlo dagli ultimi arresti di gruppi che organizzavano la partenza di giovani in Libia per addestrarsi al Jihad. Il consolidamento della giovane democrazia in questo senso è l'unica risposta possibile alla frammentazione dello Stato ma per questo occorrono forti sostegni internazionali e volontà politica di riforme sistemiche.
In questo senso dobbiamo leggere molte iniziative che dalla cultura all'educazione, dall'economia alla partecipazione politica si stanno attivando nel Paese. La presenza del Vice Presidente del Parlamento Europeo, David Maria Sassoli, all'apertura del forum dei giovani leader magrebini per riavvicinare le due rive del Mediterraneo e riunire i futuri leader politici magrebini nell'ambito della politica europea di vicinato, ne è una chiara testimonianza.
Per quello che ci riguarda direttamente: il Comites ha finalmente una sede provvisoria, due giorni di ricevimento aperto al pubblico (il martedì e il venerdì), un indirizzo mail, un telefono. Dopo un primo incontro con le associazioni è previsto un incontro pubblico a fine mese con un dirigente dell'Inps e dei rappresentanti politici della nostra circoscrizione per discutere di problemi di assistenza, previdenza, sanità degli italiani in Tunisia. Molte saranno le presenze politiche italiane in questo mese di novembre in visita ufficiale in Tunisia per consolidare maggiormente i legami tra i due paesi e perché all'Italia più che in altri paesi preme il consolidamento politico e sociale della Tunisia onde evitare emergenze umanitarie e rischi securitari che hanno un riscontro immediato nel paese.
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SOMMARIO
Collettività
Sostegno all’integrazione sociale dei disabili - p 5
Collettività/Comites Tunisi - p 6-7
In Tunisia
Il Nobel per la pace alla Tunisia - p 8
Sessant’anni di tortura in Tunisia - p 9
L’Onu compie 70 anni: una festa universale! - p 10-12
Forum dei giovani Leaders Ue-Maghreb - p13
Flash news - p 14-15
In Italia
In campagna elettorale permanente - p 16
La crisi del centro-destra in prospettiva – p 17
Renzi alla prova della stabilità – p 18
Maghreb e Mediterraneo
Mediterraneo: sguardi incrociati - p 19-21
La Congo Week rompe il silenzio sul dramma congolese – p 22
Immigrazione, Emigrazione
Migrazioni,istituzioni e diritto: andare oltre i confini – p 23
Il ruolo economico degli immigrati in Italia – p 24
Economia – p 25-26
Università e scuola – p 27
Cultura
“La Tunisia” in mostra a Milano – p 28
Orvieto città d’arte - p 29-30
(Non) sono solo canzonette - p 31-32
Italia ospite d’onore alle Giornate Cinematografiche di Cartagine – p 33
Incontro con lo storyteller Flavio Stroppini – p 34
L’Académie Goncourt a Tunisi – p 35
Omaggio a Pier Paolo Pasolini –p 36
Marginalia
Il Quirinale di Servio Tullio – p 37
Musica – p 38-40
Libri – p 41
Turismo e ambiente, Viaggi – p 42-43
Salute e benessere – p 44
Cucina – p 45
Passatempo – p 46
Michele Brondino e Yvonne Fracassetti - MEDITERRANEO: SGUARDI INCROCIATI – in Nel Mediterraneo-Maghreb
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Il giornale | :: :: :: :: ::
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Elia Finzi |
Tunisi 1923-2012
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Numeri recenti | :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: :: ::
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