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Il Corriere di Tunisi “online” riporta le principali notizie pubblicate dal giornale distribuito in abbonamento e in vendita in edicola


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 769 - 119 [nuova serie]

 

 

 

NOSTRI PROBLEMI

 

Promessa fatta, promessa mantenuta : l’Ambasciatore Benassi, lasciando la Tunisia, ha scritto sul Corriere un articolo che nel contempo è un saluto ed un bilancio del suo operato, rivolto alla collettività italiana (e non solo) in Tunisia, in un contesto di forte cambiamento del paese e della regione sud-mediterranea.

L’anno scolastico si è concluso o si sta concludendo in questi giorni: migliaia di giovani studenti tunisini faranno ritorno nelle loro rispettive regioni e famiglie costretti ad un ozio forzato che la mancanza di mezzi, di opportunità, di attività siano esse culturali che solo ludiche, farà trascinare da un caffè ad un altro da una “chicha” ad un’altra, da un “muro” all’altro per quanto riguarda i ragazzi  mentre  le ragazze saranno invece inghiottite dai lavori domestici, in attesa che il mese di Ramadan, porti , aldilà del digiuno, questa libertà di movimento che quasi d’incanto si manifesta nelle serate che seguono le lunghe e sofferte giornate di digiuno, specie d’estate col tramonto tardivo del sole e col gran caldo.

Molti aspettano il Ramadan con un sentimento misto di paura e di piacere: ci saranno incidenti, si rispetterà chi non digiuna, si potrà andare in spiaggia senza essere redarguiti da falsi moralisti che, in nome del rispetto della loro visione della tradizione, ti vogliono imporre un modo di essere, di pensare di vivere, ci saranno sempre queste dolci serate ramadanesche con donne giovani e meno giovani, uomini e bambini che riempiono festosamente le strade illuminate delle città e dei borghi, con negozi aperti di notte, montagne di dolciumi di ogni genere, musica e serate all’insegna della convivialità?

Intanto il progetto di Costituzione, con un anno di ritardo sui tempi previsti, è stato sottoposto all’ANC, provocando non poche polemiche e il dissenso delle forze democratiche.

La condanna della Femen tunisina Amina e delle sue compagne francesi e tedesche venute in Tunisia per sostenerla, quella del cantante rap dopo aver scritto un testo contro la polizia  e di una giornalista, la riapertura del processo contro il Preside della Facoltà della Manuba, le violenze durante il Congresso nazionale contro la violenza, fanno pensare a molti che non vi è uguale trattamento per tutti e che il sistema giudiziario, in attesa di riforma, continui a punire severamente chi non commette delitti, mentre lascia in libertà chi usa la violenza come mezzo di espressione.

In Italia,  il Partito Democratico vince le elezioni amministrative riconquistando Roma con la vittoria netta di Ignazio Marini e di altri 15 municipi. In calo invece i grillini che tanto si aspettavano da questa tornata elettorale.

Torna l'incubo del terremoto in Italia. Forti  scosse sono state avvertite in una vasta area del centro nord, in Emilia, Lombardia, Piemonte, Marche e Toscana.

Il Centro Studi di Confindustria ha confermato che l’'Italia rimane la settima potenza industriale ma anche che “la sua base produttiva è messa a rischio dalla profondità  e dalla durata del calo della domanda". Le forti attese per una ripresa economica  del paese che si concretizzi in termini di occupazione giovanile in primis è stata smentita dalla Banca Centrale Europea,  la quale, pur affermando che l'Italia faccia meritoriamente parte dei soli sei Paesi dell'eurozona il cui deficit non ha superato il 3% del Pil nel 2012, rispettando i parametri del Patto di stabilità, rischia pero’ , a breve termine, un ulteriore incremento della disoccupazione .

La nostra collettività è sempre in attesa del suo nuovo ambasciatore che, voci di corridoio, danno in arrivo nei prossimi giorni per cui ne riparleremo nel nostro prossimo numero. Un augurio di buon lavoro alla neo-eletta segretario della Camera di Commercio tuniso-italiana, Dott.ssa Nora Serrani.

 


 


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 768 - 118 [nuova serie]

 

 

NOSTRI PROBLEMI

 

Un mese denso di avvenimenti nel mondo ma in particolare da questa riva e dall'altra del Mediterraneo. Il progetto di costituzione è stato presentato all'Assemblea Costituente tunisina, ma molti dubbi e contestazioni sono stati espressi da costituzionalisti, da parte delle forze poliche di opposizione e dalla società civile in particolare per quanto riguarda le libertà religiose e sindacali. Come conciliare, in effetti, due visioni dello stato, una teocratica e l'altra civile, come far sì che quello che si afferma in alcuni articoli della costituzione, non sia negato in altri, come lo stato di diritto puo' sorvolare, ad esempio, la parità di genere, sono le domande che si pone la società tunisina con timore o con speranza e dalle quali risposte dipendono la transizione democratica del paese. Ma al dibattito teorico si sono aggiunti fatti gravissimi che mettono in luce, per chi la luce non voleva vederla, la violenza di gruppi politici legati al terrorismo islamico. Sul Monte Chaambi, nei pressi della città di Kasserine, ci sono stati violenti scontri dell'esercito e delle forze di sicurezza con un gruppo di terroristi che avevano allestito un campo d'addestramento, circondandolo di mine anti-uomo che hanno ferito gravemente ed ucciso vari militari

tunisini. Il problema della circolazione delle armi da fuoco e di conseguenza della sicurezza, sono tra i problemi maggiori della Tunisia odierna, aggravati dai problemi sociali che trovano in molti giovani adepti della violenza. Tutti hanno condannato il terrorismo islamico ed il governo sta cercando di estirpare questa piaga che poco si confà con la democrazia. Una buona notizia è stata quella data dall'esito del sofferto processo del Preside della Facoltà di Lettere, Arti ed Umanità della Manuba, accusato di aver schiaffeggiato una studendessa in nikab. Il giudice ha finalmente deciso per un non luogo a procedere. Il Preside rischiava 5 anni di carcere. Per l'Università l'esito felice del processo è stato visto come la vittoria di chi si batte per le libertà accademiche.

Dall'Italia, il giovane governo Letta sta in bilico tra una reale volontà di dare all'Italia un governo serio e stabile, condizioni indispensabili alla ripresa economica e sociale, di attuare le riforme necessarie e richieste ad alta voce da varie componenti politiche e generalmente dal popolo italiano e l'obbligo di mediare con il PDL, col quale non combaciano facilmente gli intenti. Una fase delicatissima della storia d'Italia con un compito estremamente difficile e complesso. Una complessità che si rispecchia nelle stesse file del PD, lacerato dalle difficili scelte che ha dovuto fare. Come dicono i francesi "à qui profite le crime?" L'Ambasciatore d'Italia, Pietro Benassi lascia in questi giorni la Tunisia, prima del previsto perchè chiamato ad assumere più alte funzioni che, proprio perchè fanno seguito alla sua missione in Tunisia, ci onorano in modo particolare. Diventa, in effetti, Capo di Gabinetto agli Esteri con il ministro Bonino. All'Ambasciatore Benassi vadano i nostri più sentiti auguri, ricordandogli la

nostra collettività ed il nostro giornale per proseguire dalla Farnesina la sua azione di potenziamento delle relazioni nord-sud mediterranee. Nel prossimo numero pubblicheremo il suo saluto alla collettività.

Non ultima nel nostro cuore, la partenza dall'Ambasciata dopo decenni di meritevole servizio, della nostra amica Rita Strazzera, che da neo-pensionata potrà dedicare (e dedicarci) tempo prezioso a cose volute e rimandate, ad inclinazioni e presenze che non avevano il tempo di esprimersi.

 


 


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 767 - 117 [nuova serie]

 

 

NOSTRI PROBLEMI

 

La mancanza di prospettive chiaramente definite rende il nostro rapporto all'immediato futuro sempre più labile da ambo le parti di questo Mediterraneo. Le incertezze politiche influiscono sulla ripresa economica e aprono sempre maggiori spazi a settori informali che, specie in Tunisia ma non solo, invadono i mercati impoverendo chi opera nella legalità. Un'economia sommersa che sommerge l'economia legale?

In Tunisia, l'attendismo degli industriali non contribuisce alla ripresa del paese, ma come non attendere se ancora non sono state definite, specie per le imprese straniere, le condizioni nelle quali è possibile operare? La non progettualità chiara crea, in effetti, incertezze ed insicurezze tali da bloccare o almeno rallentare notevolmente il lavoro e gli investimenti degli operatori economici, siano essi nel settore pubblico che in quello privato.

L'attendismo pero' non è solo una specificità tunisina poichè in Italia la situazione politica è sempre più "sfumata" e continua a dividere gli elettori sulle scelte dei vertici dei loro partiti.

La fine del settennato de Presidente Napolitano in questo difficile e confuso clima politico crea ulteriori tensioni: il nome del suo successore Franco Marini è contestato anche da una parte degli elettori del PD che come SEL e M5S auspicano un reale cambiamento proponendo la candidatura di Stefano Rodotà. Se per Matteo Renzi, votare Marini(PD) significa "fare un dispetto al paese" o peggio consegnare il paese a Berlusconi, per il candidato al Colle al contrario vi è l'ottimistico augurio "che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi" mentre Senato e Camera sono riuniti per votare l'elezione del Presidente della Repubblica.

Il 12 aprile, come ultimo atto della presidenza di Napolitano, si riunivano le due commissioni di saggi da lui nominate, per proporre un'agenda di lavoro per il futuro governo. Tra le proposte la riforma elettorale, la riforma delle Camere( con riduzione dei senatori a 120 e dei deputati a 480), il superamento del bicameralismo perfetto, il finanziamento pubblico ai partiti, il conflitto d'interesse ecc. In questa riunione si è discusso anche del voto degli italiani all'estero e dell'inutilità di rappresentanti eletti per la circoscrizione estero mentre si ribadisce l'utilità del voto per corrispondenza in direzione dei collegi italiani. Noi italiani che viviamo all'estero invece riteniamo che proprio il modo di votare all'estero sia contestabile e che in questo modo possano nascere possibili "inciuci" per utilizzare un termine molto in voga in Italia in questi ultimi mesi. Una seria discussione sulle modalità di voto degli italiani all'estero sarebbe in effetti auspicabile ma, dopo decenni di lotta per ottenere l'eleggibilità dei nostri candidati seppur in queste contestabili ripartizioni, ci sembra questa, un'ennesima forma di rimozione dell'emigrazione italiana, semplicemente inaccettabile. Come dice Marco Fedi, nostro deputato eletto, è " indispensabile aprire una fase di confronto tra le forze politiche e i gruppi parlamentari. Credo si debbano evidenziare gli elementi positivi legati alla rappresentanza diretta che consentono un legame forte con le realtà, in continua trasformazione, degli italiani nel mondo, arricchendo il dibattito politico italiano dell'esperienza dell'emigrazione italiana nel mondo."

In Tunisia, aspettiamo l'ultimo atto del processo al Preside della Facoltà della Manuba, accusato dai salafisti di aver schiaffeggiato una studentessa col velo integrale, mentre è di questi ultimi giorni la notizia che questi stessi gruppi hanno assalito una casa delle studentesse al Bardo... Le donne, in effetti, sono l'anello forte e nel contempo debolissimo della Tunisia post-rivoluzionaria e dai loro diritti si potrà leggere la futura democrazia del paese.

 



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 766 - 116 [nuova serie]

   

NOSTRI PROBLEMI

Molti gli avvenimenti che si sono succeduti durante il mese di febbraio da questo sud e da questo nord del mediterraneo. In Italia, seppur ha vinto le elezioni la coalizione di sinistra, non ottiene i numeri sufficienti per governare agevolmente. Dovrà fare alleanze e con chi, otterrà o non otterrà la fiducia e da quale parte dell'emiciclo potrà ottenere consensi oppure si dovrà ritornare a votare? Bersani dal canto suo ha sottomesso una sua proposta di possibile governabilità seguendo una proposta minima basata su otto punti che è stata avallata dalla sua Direzione Nazionale ma che non si sa se verrà accettata per poter formare un governo. La già difficile situazione italiana si complica, e cio' proprio mentre si conclude il mandato del Presidente Napolitano a cui toccherà tentare una via che permetta ad un ipotetico governo di ottenere la fiducia. La stampa nazionale ed internazionale ha commentato a più non posso i risultati di queste elezioni e se non ci lanceremo in analisi ulteriori che di certo non porteranno lumi nuovi ad oscure situazioni, ci basta pero' notare che la voglia di nuovo in Italia, la sfiducia nei partiti tradizionali, l'idea di stato ladrone da combattere tramite liturgie populiste , ci sembrano echi di storie passate che, di per sè, ci sembrano inquietanti. A noi , in effetti è sempre apparso strano che si pensi che l'uomo della situazione possa sostituirsi alla situazione degli uomini... All'estero gli italiani hanno votato invece dando una larga preferenza alla coalizione di sinistra mentre coloro che non hanno scelto di votare le sinistre hanno votato Monti. Berlusconi risulta invece perdente all'estero mentre il partito a-partitico di Grillo prende un solo seggio. Il voto italiano all'estero riflette ovviamente l'immagine graffiante di un Berlusconi per gli italiani nel mondo che hanno visto nel governo tecnico di Monti una riconquista della credibilità italiana.

In Tunisia l'assassinio di Chokri Belaid ha segnato un passaggio importante che ha scosso tutto il paese. La partecipazione corale al funerale del leader di sinistra, ucciso mentre usciva di casa e dopo essersi, la vigilia, lamentato in televisione del dilagare delle violenze politiche, sotto il segno dell'impunità, ha profondamente scioccato l'insieme dell'opinione pubblica anche quella tradizionalmente in opposizione con gli ideali del partito di Belaid. La crisi di governo che ne è scaturita è, a questo titolo, esemplare: le dimissioni di Jebali, la nomina dell'ex Ministro degli Interni a Primo Ministro e l'approvazione di un governo che vede agli Esteri, alla Difesa, agli Interni e alla Giustizia ministri indipendenti ci sembra essere un passaggio importante che certamente dovrebbe aiutare al miglioramento di una situazione di stasi nel paese. Si è festeggiato in tutto il mondo l'8 marzo ed anche quest'anno le donne tunisine hanno voluto tramite molteplici manifestazioni culturali e politiche rivendicare parità ed eguaglianza di diritti, in una realtà in cui questi sono costantemente messi a repentaglio. Molti gli arresti nel paese in questi ultimi giorni e molte le speranze che questi non vengano seguiti da immediate liberazioni. La circolazione di armi continua ad essere una delle inquietudini maggiori ed il problema della sicurezza sta diventando uno dei problemi che insieme al caro vita preoccupano maggiormente i tunisini e tutti noi. Non è ancora chiara la prossima agenda politico e non è stata ancora stabilita la data delle prossime elezioni nel paese, cio' che contribuisce a mantenere dubbi ed incertezze mentre si continua a temere la ricaduta della guerra in Mali. Basta vedere il filo spinato intorno all'Ambasciata di Francia per misurare l'inquietudine delle autorità specie dopo quello che è successo alcuni mesi orsono all'Ambasciata statunitense.

 



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