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SPECIALE ELEZIONI
DIAMO UNA MAGGIORANZA AL CAMBIAMENTO !
SILVIA FINZI CANDIDATA AL SENATO PER IL PARTITO DEMOCRATICO (PD) NELLA CIRCOSCRIZIONE AFRICA, ASIA, OCEANIA E ANTARTIDE(AAOA) Una Circoscrizione che unifica la diversità degli italiani nel mondo La circoscrizione che raggruppa Africa, Asia Oceania e Antartide è estremamente composita sia perché è l’espressione di storie diverse, sia perché esprime bisogni e richiede azioni che dal Marocco ad Israele, dagli Emirati alla Cina, dall’Australia all’Africa del Sud non sono spesso raggruppabili in un’unica ed esaustiva linea programmatica. Ne ho piena coscienza per questo la mia necessaria generalizzazione non significa un’occultazione dei problemi specifici ad ogni componente dell’area. Storie diverse: vecchie e nuove migrazioni, liberi professionisti, dipendenti e precari, mondo del volontariato religioso e laico, giovani ed anziani alcuni dei quali in gravi difficoltà economiche, bi nazionali, italiani per acquisizione, italiani d’Italia trasferitisi in paesi esteri, italiani fuori d’Italia. Attese diverse, italianità diverse in una diversa Italia. Rispondere a tutte le attese in poche righe, in pochi slogan non sarebbe ragionevole, né chiederlo a me, né pretenderlo da voi. Sarebbe pura demagogia e, di populismi, di false promesse, di attese disattese ne abbiamo patito troppo, italiani all’estero ed in Italia. I ruoli dei Comites e delle reti associative sono altresì importanti, quant’è la vastità della circoscrizione per servire da tramiti e interpreti delle aspettative e delle esigenze degli italiani nelle singole regioni, paesi, continenti che compongono il largo mosaico della nostra circoscrizione. Chi sono? Mi chiamo Silvia Finzi, sono nata in Tunisia l’11/12/54 e qui risiedo con la mia famiglia. Ho due figli rispettivamente di 19 e di 20 anni. Sono Professore ordinario presso la Falcoltà di Lettere e Scienze Umane di Tunisi, dipartimento d’italiano. Una storia di migrazione La mia famiglia emigrò in Tunisia nella prima metà dell’Ottocento per ragioni politiche. Repubblicana e mazziniana, trovò rifugio su questa sponda sud del Mediterraneo. Qui aprì la prima tipografia privata del paese e continuò la sua azione a favore dell’Unità d’Italia. Alla fine dell’Ottocento, l’emigrazione di massa la vide impegnata nell’organizzazione sociale, culturale ed economica di una collettività che superò le centomila unità nella prima metà del Novecento. L’attitudine anti-fascista di mio nonno Giuseppe Finzi ne fece una persona non grata al regime. Ad aggravare ulteriormente la situazione, l’applicazione delle leggi razziali nelle scuole italiane di Tunisi impedirono a mio padre Elia di proseguire i suoi studi. Veniva negata, in questo modo, un’appartenenza così profondamente sentita che non si immaginava potesse un giorno essere rimessa in discussione; la rivelazione che l’identità italiana non era più un fatto scontato ma una conquista, fu un vero e proprio trauma. Da questa storia nacque il bisogno di proporre un’italianità che non si identificasse con quella propandatistica del regime ma si fondasse su ideali di libertà e giustizia. In nome di questo ideale, nell’immediato dopoguerra mio padre fondò il giornale Il Corriere di Tunisi, unica testata italiana tutt’ora esistente sulla riva sud del Mediterraneo, che prese posizione contro il Colonialismo e sostenne l’Indipendenza dei popoli e le nazioni prima tra le quali la Tunisia. La continuità con la mia storia Io mi sento in continuità con la storia della mia famiglia e della migrazione italiana. Per me significa proseguire un percorso di convivenza, di progresso e di libertà nel rispetto di sé e degli altri. Questi sono gli aspetti che compongono il mosaico della mia italianità e questi sono i valori che riconosco nel partito al quale appartengo, il Partito Democratico, garante di un’identità plurale, nel rispetto delle libertà personali e collettive. Faccio quindi parte della cosiddetta emigrazione italiana storica che ha portato con sé un bagaglio di saperi, di ricordi, di miti, che ha permesso alla gente di riconoscersi, di ricostituirsi, di costruirsi, di mantenere e difendere una sua identità italiana. Voglio ricordarla perché dobbiamo riconoscerle il merito di non aver dimenticato da dove veniva, e di aver sempre operato affinché dell’Italia si avesse una percezione di operosità e di serietà attraverso il suo lavoro ed il suo impegno. D’altra parte essa è, nella storia delle migrazioni passate e presenti, un esempio di integrazione riuscita. A questi primi italiani all’estero si sono aggiunti dagli anni ‘70 ad oggi nuove tipologie dell’essere italiano: matrimoni misti, figli bi-nazionali e bi-culturali, nuove energie imprenditoriali che hanno fatto evolvere il mio sentimento d’appartenenza proiettandomi verso un futuro ed una maggiore diversità della presenza italiana all’estero. La mia formazione ed il mio contributo alla diffusione della lingua e cultura italiana Ho frequentato l’Università in Italia e in Francia (La Sapienza a Roma, La Scuola Normale a Pisa, Panthéon-Sorbonne a Parigi). Ho conseguito il Dottorato in Filosofia etica e politica. Dopo aver insegnato nei licei storia e filosofia, essendo abilitata in Italia all’insegnamento, decisi di intraprendere una carriera universitaria, vincendo il concorso di ricercatrice a Tunisi. Dall’85 ad oggi la mia carriera si svolge in ambito universitario. Nella mia università abbiamo attivato una laurea, un master ed un dottorato in italianistica. Il mio ritorno in Tunisia dopo gli studi è stata una scelta maturata a lungo, poiché ho pensato che questa pluralità dovesse essere vissuta ed integrata anche da chi non aveva avuto la fortuna, come me, di essere su entrambe le rive del Mediterraneo, a casa sua. I mari sono più sicuri se non sono solo frontiere; la circolazione delle merci, delle idee e degli uomini ha fatto grande la storia del Mediterraneo ed in particolare quella dell’Italia. Ritornare in Tunisia ha dato consapevolezza alla mia italianità poiché insieme ai miei colleghi abbiamo lottato per l’inserimento della lingua italiana nelle scuole tunisine e per il suo potenziamento nelle Università. La diffusione della lingua italiana mi ha anche vista partecipare attivamente al Comitato della Dante Alighieri Tunisi che dirigo da vari anni. Dirigo il Progetto della Memoria degli italiani in collaborazione con il MAE e l’Università di Tunisi. Con l’Istituto di Cultura italiano, la casa editrice Finzi e l’Università tunisina, ho lanciato una collana di Classici italiani per rendere accessibili laddove non esiste una diffusione del libro italiano, libri di letteratura e civiltà italiane. Dirigo il giornale bi-mensile “Il Corriere di Tunisi”. Il mio credo Ritengo che la diffusione della lingua e della cultura italiana sia fondamentale non solo come difesa e mantenimento della nostra italianità, ma anche perché possa essere espressione di idee e di dialogo tra civiltà. Se la cultura italiana si rafforza, più facile sarà anche per l’operatore economico portare il suo “know how” poiché “far impresa” presuppone una cultura che può capire e condividere solo chi la possiede o la comprende. Sono figlia dell’emigrazione, ed in quanto tale ho sempre pensato che l’Italia, ma anche i paesi nei quali i migranti si sono inseriti, hanno un dovere di memoria poiché ricordare chi siamo e chi siamo stati ci permette di non essere ai margini della storia, né quella da dove siamo partiti, né quella in cui siamo giunti. La memoria dell’emigrazione è esperienza viva della multiculturalità, esperienza ricca che va condivisa perché possa divenire ricchezza di tutti gli italiani e non solo. Credo che un popolo che si dimentica della sua storia di migrazione sia un popolo che occulta se stesso. Sono vissuta in un ambiente in cui tutte le fedi erano presenti nella mia famiglia: cattolici, ebrei, musulmani, agnostici …Ci siamo sempre seduti intorno allo stesso tavolo. Per mantenere questo tavolo intorno al quale tutti possano sedersi e allargare questo mio vissuto familiare in un ideale da condividere anche con gli altri, ho aderito al Partito Democratico perché mi è sembrato l’unico intorno al quale ci potevamo tutti sedere, partecipare, discutere, fare della nostra diversità una ricchezza. É il nostro tavolo, dobbiamo cercare di mantenerlo se crediamo che il mondo debba costruirsi nel dialogo, e non nello scontro. Non dobbiamo credere che annulando gli altri, la nostra vita sarà più facile o migliore: al contrario, diventa molto più pericolosa perché tutto ció che è diverso o creduto tale, appare una minaccia. Vogliamo vivere in pace e vogliamo pace per i nostri figli senza rinunciare ai nostri valori, né ai nostri diritti. Tutto rimbomba nel mondo e ci ritorna con un eco assordante. Per noi italiani all’estero questo eco si concretizza in immagine e condiziona il nostro lavoro, il modo in cui siamo percepiti, la nostra integrazione nei paesi esteri in cui operiamo. In questi ultimi quattro anni l’immagine dell’Italia si è molto deteriorata. Occorre oggi che l’Italia ridia di sé un’immagine di serietà, di operosità, di credibilità per se stessa ma anche per coloro che vivono all’estero.
SILVIA FINZI – Candidata nelle liste al SENATO del PARTITO DEMOCRATICO Circoscrizione Elettorale Africa, Asia, Oceania e Antartide Sono nata a Tunisi nel 1954 e vi risiedo stabilmente con la mia famiglia. Insegno italiano presso la Facoltà di Lettere e Scienze Umane. Da oltre dieci anni anni guido la locale sede dell’Associazione Dante Alighieri e da pochi mesi dirigo il Corriere di Tunisi, storica testata italiana, unica esistente sulla riva sud del Mediterraneo. Il mio impegno per la Comunità italiana di Tunisi è testimoniato dal mio lavoro, dalla mia attività politica e dalla mia storia familiare e personale. Discendo da una famiglia di esuli repubblicani e mazziniani, fuggiti a Tunisi a seguito delle persecuzioni dovute ai falliti moti della prima metà dell’Ottocento. I miei nonni – ferventi antifascisti – furono oggetto di persecuzioni durante il ventennio fascista. Fedele all’ideale di giustizia e libertà, mio padre Elia fondò nell’immediato dopoguerra “Il Corriere di Tunisi”, che si distinse per la sua posizione anticolonialista, in prima fila nella lotta per l’indipendenza della Tunisia e dei popoli oppressi dell’Africa. Il mio impegno politico è quindi il frutto delle mie origini e della mia militanza nella sinistra democratica in Italia ed in Tunisia, riconoscendomi nei valori di giustizia, libertà e solidarietà del Partito Democratico, garante di un’identità plurale nel rispetto delle libertà individuali. Oggi, opero affinché il bagaglio di conoscenze e di tradizioni degli Italiani all’estero sia riconosciuto come un nostro patrimonio comune da valorizzare e condividere con i paesi che ci ospitano, in un’ottica totale di apertura e di scambio. Per lavoro, mi occupo quotidianamente di promuovere la lingua e la cultura italiana in Tunisia e di rafforzare la conoscenza reciproca tra Italia e mondo arabo. Nell’ambito della mia attività politica – in qualità di Presidente dell’unico Circolo del Partito Democratico in Africa, intitolato a Maurizio Valenzi – lavoro per la promozione dei diritti degli Italiani all’estero, occupandomi di tematiche che vanno dai rapporti con i servizi della locale Ambasciata fino all’organizzazione periodica di riunioni pubbliche per affrontare le problematiche più attuali della nostra comunità.
SILVIA FINZI CANDIDATA AL SENATO PER IL PARTITODEMOCRATICO NELLA CIRCOSCRIZIONE AFRICA, ASIA, OCEANIA E ANTARTIDE PROGRAMMA FARE DELLA RETE CONSOLARE UN REALE SERVIZIO PUBBLICO PER GLI ITALIANI NEL MONDO
ATTIVARSI A SOSTEGNO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
DIFENDERE LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA NEL MONDO
DIFENDERE IL PIENO RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEGLI ITALIANI NEL MONDO
IMPEGNARSI NELLA PROTEZIONE DEGLI ITALIANI NEL MONDO · Promuovere una legge che contenga norme eque per l’acquisto e il riacquisto della cittadinanza italiana. · Intraprendere iniziative diplomatiche per la tutela dei cittadini contraenti matrimoni misti e dei minori italiani all’estero. · Proporre una legge per la difesa delle persone in caso di disordini civili, guerre, catastrofi naturali, favorendo la creazione di una rete di sicurezza che possa organizzare accoglienza, rimpatrio, evacuazione, assistenza in caso di necessità. GLI ITALIANI NEL MONDO PROTAGONISTI DEL DIALOGO INTERCULTURALE · Avviare iniziative per favorire la partecipazione attiva degli Italiani all’estero alle dinamiche sociali, politiche ed economiche nei paesi di residenza. · Valorizzare il ruolo di tramite degli Italiani all’estero tra l’Italia ed i paesi di residenza per la promozione del dialogo interculturale. · Contribuire con la propria esperienza alla definizione di politiche d’integrazione e di solidarietà per gli stranieri in Italia e per gli Italiani all’estero. |
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